Sulmona (Aq), 2 marzo 2022 - Finalmente, dopo mesi di tira e molla, Lfoundry ha dato l’ok al cambio di agenzia: Gigroup è subentrata ad Adecco. Per lavoratrici e lavoratori in somministrazione si tratta dell’ennesimo passaggio sofferto, atteso da fine novembre: purtroppo, anche in questa occasione, Lfoundry continua a gestire i lavoratori come numeri e non come persone. Infatti, senza preavviso l’azienda ha lasciato a casa alcuni lavoratori e lavoratrici in staff leasing che operavano tramite agenzia da diverso tempo all’interno della società, coloro per intenderci che durante la pandemia hanno consentito a Lfoundry di raggiungere i prefissati obbiettivi di produttività. Inoltre, sono stati previsti discutibili contratti part time a 16 ore per i lavoratori a tempo determinato, cui già da luglio 2021 il contratto era sceso dalle 24 ore considerate congrue per il tipo di turnazione, a 19,60 ore, con conseguenti penalizzazioni riguardanti istituti Inps e gestione del monte ferie e permessi.
Queste modalità di gestione dei contratti sono reiterate e vedono lavoratrici e lavoratori in balia delle decisioni aziendali senza una reale motivazione e senza un congruo preavviso che possa prepararli psicologicamente. Per questo, come Uiltemp intendiamo ribadire che i lavoratori e lavoratrici in somministrazione sono persone che hanno una loro dignità e una vita personale. Queste modalità, non degne di un paese civile, hanno creato e creano ripercussioni a livello sociale ed economico sulla vita di questi lavoratori e lavoratrici: fino a ieri avevano una certa prospettiva lavorativa e strutturato determinati progetti di vita, mentre oggi si trovano a dover rimodulare la propria organizzazione personale e familiare. Il tutto in un periodo di forte incertezza generale dove i rincari delle materie di consumo e la guerra stanno portano pesanti conseguenze sul bilancio familiare.
Le domande che Uiltemp Abruzzo si sta ponendo, e che vorrebbe porre alla LFoundry, sono molteplici: quale progetto industriale la stessa sta percorrendo? In un momento in cui la domanda di semiconduttori è in forte aumento, come è possibile ridurre il personale operante? Con una realtà produttiva che vede già elevati carichi di lavoro, come non si possono tenere in conto le ripercussioni che lavoratori e lavoratrici in forza dovranno affrontare? Perché in un momento di aumento dei costi produttivi legati alla crisi energetica, si continua ad utilizzare i lavoratori a tempo determinato (che come è noto a tutti hanno un costo superiore) e non si procede alle stabilizzazioni, anche attraverso le agenzie, che porterebbero un risparmio notevole e ad un costo del lavoro sostenibile? Perché, al contrario, si stanno lasciando a casa i lavoratori in staff leasing?
Vogliamo ricordare all’azienda che esiste una procedura contrattuale di gestione delle mancanze di occasioni di lavoro (le cosiddette “Mol”) che prevede che, con accordo sindacale, si dovrà verificare se tali lavoratori e lavoratrici vengono o meno sostituiti con quelli a tempo determinato anche se assunti con altra agenzia.
Tutto questo ci pone altre domande: Con i fermi che si stanno operando in questi giorni cosa accadrà? Come si pensa di mantenere la produzione, che non ci risulta diminuita, a fronte di ore contrattuali diminuite? Forse aumentando i carichi di lavoro ai lavoratori somministrati, in cambio del rinnovo contrattuale?
Noi purtroppo immaginiamo che con questa modalità di conseguenza aumenterà la pressione, su lavoratori e lavoratrici, e quindi anche il rischio di infortuni e di stress correlato.
Constatiamo ormai da tempo che la direzione LFoundry ha tacitamente chiarito di non voler tenere in conto l’opinione dei lavoratori e delle lavoratrici, specialmente quelli in somministrazione, attraverso un’interlocuzione a convenienza e quindi utile solo quando deve sottoscrivere gli accordi di prossimità per derogare norme contrattuali o legislative. In quel caso gli incontri con i sindacati si fanno. Quando invece ci sono da erogare somme per premi produttività, decide unilateralmente e si escludono i somministrati che hanno consentito all’azienda di raggiungere quello stesso risultato.
In questo contesto, la Uiltemp Abruzzo non può esimersi da lanciare il grido di allarme, e chiedere alle forze politiche regionali e territoriali di intervenire in maniera urgente ed incisiva. Dal canto nostro, la problematica sarà certamente presentata sul tavolo permanente sulla somministrazione attivato dalla Regione Abruzzo per la gestione delle crisi del settore auspicando risposte in merito.

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